Freddnox6 Dragon Age: The Veilguard Review
Nov 4, 2024
“Sacred 3 del 2024” non trovo altre parole per descrivere un trauma come questo e per l’aver creato la lapide funeraria di una saga con titoli precedenti di livelli cosi alti. Una saga distrutta. Una narrazione profonda completamente snaturata, diventando una storiella banale, infantile e mal scritta. La mitologia e la costruzione del mondo messa in piedi nei tre titoli precedenti, arrivati a questo titolo, non serve assolutamente a nulla, in quanto, in modo totalmente didascalico, senza il benché minimo spessore, ci sono i buoni e i cattivi punto. Anche a livello di gioco, senza pensare che sia il successore di dragon age, é estremamente noioso (falci nemici, boss, ricompensa. E riparti. Nemici, boss, ricompensa. E riparti), per non parlare dei puzzle che sono ridicoli, hai in ogni momento una voce che ti spiega cosa fare in stile Dora l’esploratrice, anche quando (tipo sempre) è già ovvio quello che devi fare. I personaggi sono scritti in modo pessimo, tanto che la prima volta che si vede Solas ci si chiede se sia lo stesso visto in inquisition (non parlo di Morrigan perché non trovo parole rispettose per descrivere tale scempio, invito solo a riflettere sul passato e sul bagaglio emotivo che si dovrebbe portare con sé questo personaggio e quanto ciò cozzi con questa madamigella giuliva rappresentata in Veilguard). Per quanto riguarda il tentativo di essere inclusivi e della cultura Woke non credo sia completamente un disastro, fintanto che si parla di creazione del personaggio, e non non accetto che il disastro che è invece il gioco venga ridotto a uno scontro ideologico. I personaggi sono brutti, piatti, superficiali, scritti male e banali a prescindere dal fatto che si sia cercato (in malo modo) di renderli inclusivi. La cosa che infastidisce in questo frangente, è che l’inclusività è fatta male (nella città ispirata a Treviso le persone che incontri hanno accento spagnolo mostrando che i produttori non sanno nemmeno dove si trovi l’Italia. Un altro esempio è che ci sono momenti in cui si scherza in modo frivolo e superficiale sulle cicatrici dovute alla transizione, oppure ancora in un caso totalmente fuori contesto un personaggio si infligge punizioni corporali per aver sbagliato un pronome), e anche qui, è fatto tutto in modo estremamente didascalico; ti viene ricordato in ogni istante di gioco, persino nei dialoghi ma in modo letterale, proprio parlato, nel senso che ti viene fatto la predica copiata e incollata. Meno invasivo sarebbe stato, ad esempio, scegliere tutto alla creazione del personaggio, e adattare le scelte (scelte che tra l’altro non esistono in realtà nel gioco), e le interazioni in base al personaggio creato, senza ricordare ogni secondo del gioco quanto siano stati bravi, buoni e generosi in questo loro mascherato ma plateale Rainbow washing. A mio avviso l’inclusività in un opera videoludica si fa attraverso lo spessore del personaggio, attraverso la sua complessità e tramite il modo che tale personaggio ha di farti percepire il suo background, non con il personaggio in questione che continua a dirti testualmente io sono cosi e le cose si fanno in questo modo (anche perché capirai che soddisfazione immedesimarsi in un personaggio piatto come una suola di scarpa). Ci sono dei piccoli lati positivi ma non compensano nemmeno lontanamente la tristezza di questo titolo (Atteso 10 anni e pagato 80€). E tra l’altro la cosa che fa arrabbiare di più é che tutti questi cambiamenti non sono stati testati su parti secondarie della trama per valutare se proseguire in questa direzione ma hanno sfasciato direttamente il filone narrativo principale, e a me spiace ma non credo sia corretto nemmeno giudicare questo titolo esclusivamente come a sé stante, il fatto che fa parte di una saga credo sia rilevante e di importanza centrale per valutare il titolo (se un appassionato vedeva un trailer di un gioco pensato per un pubblico di infanti, non credo lo avrebbe comprato, ma chiamandolo Dragon age attiri tutta una fan base ben consolidata). Se non avesse fatto parte di una saga, come GDR non penso comunque che, a mio parere, avesse superato il 3/10 come votazione, ma dato che si tratta di un Dragon age, tra l’altro di un importanza cosi rilevante per il mondo di questa saga, è uno 0 assoluto. E ribadisco, NON si può nascondere un fallimento come questo dietro una questione ideologica, è una mancanza di rispetto verso tutti, inclusi gli appartenenti della comunità LGBTQIA+, verso i giocatori e verso chi recensisce. Concludo dicendo che gli utenti meritano di sapere, prima di comprarlo che NON È UN RPG. Ripeto perché sia chiaro NON È UN RPG.